Nel 1994 uno studioso di Perugia, il Prof. Giuseppe Gubitosi, curò per l'I.S.U.C. – Istituto per la Storia dell'Umbria contemporanea – la pubblicazione di un libro dal titolo "Il diario di Alfredo Filipponi comandante partigiano", libro che nella pag. 405 riportava nei confronti di Maceo Carloni l'accusa di essere stato un collaboratore dei tedeschi e nella pag. 412, in nota, lo accomunava a un'altra vittima dei partigiani nell'accusa di aver sottratto carne agli ammassi, invocando a conforto di tale ultimo addebito una frase a suo dire contenuta nel libro "Biografia di una città" di Alessandro Portelli. Di qui la presentazione da parte di Stelvio, Enrico e Paolo Carloni di una querela per il reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Gubitosi, con la chiamata in causa dell'I.S.U.C. quale responsabile civile.
Nelle more del processo il Gubitosi, rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Perugia, sottoscrisse una dichiarazione con cui, dopo aver analiticamente elencato i precedenti giudiziari, dette atto che le frasi da lui trascritte erano ingiustamente lesive dell'onore di Maceo Carloni e che le parole del libro del Portelli erano state da lui male interpretate in quanto nella "Biografia di una città" l'accusa di "aver sottratto carne agli ammassi" non era assolutamente riferita a Maceo Carloni.
Su queste premesse il Gubitosi si rammaricò di aver preso visione dei precedenti giudiziari della vicenda solo in data successiva alla pubblicazione del libro da lui curato e di non aver avuto, quindi, la possibilità di utilizzarli.
Ciò determinò la remissione della querela e la declaratoria, da parte del Tribunale, dell'estinzione del processo.
Dal canto suo l'I.S.U.C. depositò copia della dichiarazione dell'imputato presso il proprio Archivio Storico, nonché presso l'Archivio Storico dell'Esercito e il Ministero della Difesa – Ufficio per il riconoscimento delle qualifiche e per le ricompense ai partigiani. Ne inviò inoltre copia agli enti, associazioni e privati in possesso del libro "Il diario di Alfredo Filipponi, comandante partigiano", chiedendone l'inserimento nei volumi da essi custoditi. Fece, infine, diffondere un puntuale comunicato stampa che dette luogo alla pubblicazione di articoli su alcuni quotidiani locali.
La documentazione fin qui richiamata è conservata presso l'Archivio della Famiglia Carloni e, in parte, presso l'Archivio Storico dell'Esercito (nel Fondo H-2, Formazione partigiane, b15), il Ministero della Difesa – Uff. R.Q.R.P., la Fondazione Ugo Spirito (Fondo Maceo Carloni) e l'Archivio dell'I.S.U.C. (Istituto Storia dell'Umbria Contemporanea).